Il Movimento Spontaneo per Riconnettere Corpo, Emozioni e Mente

Ho scoperto il Movimento Spontaneo durante il SAT, la scuola di formazione e trasformazione fondata da Claudio Naranjo, che unisce lo studio dell’Enneagramma con il processo di crescita e sviluppo personale. Al SAT vengono utilizzati vari strumenti per avvicinarsi alla conoscenza di sé e, tra questi, il Movimento Spontaneo.

Sono rimasta profondamente colpita dalla bellezza di questa pratica, che trasmette energia e gentilezza, richiama la saggezza del corpo e la sua capacità di esprimere autenticamente ciò che viene da dentro. Per questo motivo, dopo un periodo di studio e collaborazione con la Dott.ssa Susanna Feruglio, psicologa e PhD in Psicologia e Neuroscienze Sociali, nonché istruttrice di meditazione orientata alla mindfulness, ho deciso di portare il Movimento Spontaneo a gruppi di persone, offrendo a tutti la possibilità di entrare in maggiore contatto con se stessi.

Di cosa si tratta?

Il Movimento Spontaneo è una pratica psicocorporea che, attraverso il movimento, facilita un processo di auto-esplorazione, consapevolezza e condivisione. È un vero Movimento Trasformatore. Il corpo, spesso costretto in forme imposte dalla società, dal giudizio altrui o dall’ambiente, trova qui la possibilità di esprimersi liberamente, senza seguire alcun cliché. La pratica permette di lasciarsi trasportare dal flusso, dando libero sfogo alla spontaneità e alla consapevolezza sensoriale attraverso il proprio personale movimento.

Come si svolge?

La pratica si svolge in gruppo, accompagnati da musiche che attivano il corpo e risvegliano emozioni, ricordi, sensazioni e desideri, portandoci a muoverci. Anche chi pensa di non fare nulla in realtà sta seguendo la pratica, poiché tutto dentro di noi è movimento: il cuore che batte, la mente che pensa, la voce che parla. Anche se sembra di non muoversi, in realtà lo stiamo facendo!

Ogni incontro inizia con una breve introduzione, seguita da esercizi di attivazione muscolare e respirazione guidata per favorire la presenza. Poi, accompagnati dalla musica, ci muoveremo seguendo le nostre sensazioni interne, esprimendo creativamente le emozioni e gli stati d’animo, affidandoci al ritmo e alla guida dell’insegnante. Il movimento del corpo ci condurrà in un viaggio per incontrare noi stessi e gli altri in modi nuovi e autentici. Termineremo con una fase di rilassamento e accoglienza delle sensazioni ed emozioni emerse, seguita da una condivisione di gruppo.

L’idea di base è proporre moduli da 3 incontri, seguendo un preciso percorso, ma non è vincolante partecipare a tutti e in sequenza. Ad ogni sessione attiveremo una specifica energia (istintiva, emotiva e mentale), ricercando un nuovo equilibrio tra queste tre dimensioni.

A chi è rivolto

La pratica è aperta a tutti, senza necessità di esperienze pregresse. È ideale per chi desidera riconnettersi con il proprio corpo e la sua saggezza, sperimentando le potenzialità di trasformazione e guarigione del movimento.

La mia esperienza personale

La mia “prima volta” nel Movimento Spontaneo è stata al SAT 1, un ritiro residenziale di 10 giorni in un meraviglioso borgo tra le colline umbre. Mi trovavo in un gruppo di circa 40 persone, e la sala era l’antica cantina di un castello: suggestivo ed emozionante! L’insegnante non spiegò molto di ciò che sarebbe accaduto, proprio per non condizionarci, e lasciò partire la musica. Noi eravamo lì in piedi, con gli occhi chiusi, un po’ imbarazzati. Non sapevo esattamente cosa fare, quindi rimasi ferma, anche se poi mi venne spontaneo muovermi. Tuttavia, non trovavo la connessione tra il mio corpo, la musica e il gruppo. Sentivo di “dover” fare qualcosa di giusto, come se l’insegnante si aspettasse qualcosa da noi. Così, alla prima sessione, non colsi l’essenza del lavoro.

Condividendo questo pensiero con una compagna, lei mi disse sorridendo: “Lasciati andare, non aver paura, nessuno ti guarda, sei tu con te stessa. Sai cosa mi piace fare? Chiudo gli occhi e inizio a camminare senza preoccuparmi se sbatto contro qualcuno! Se mi piace quello che sento, posso rimanere attaccata al braccio di qualcuno o andare via, ballare, battere le mani o emettere suoni. Nessuno sa chi sei!”

Da quel momento, ho capito cosa significava “dare il permesso al corpo di muoversi spontaneamente”. È stato liberatorio e terapeutico entrare a pieno nella pratica, osservarmi con curiosità e rispetto e comprendere me stessa.

Spero di riuscire a trasmettere questa sensazione di connessione con sé stessi attraverso la meraviglia del corpo, che è sempre autentico. Ricordatelo!

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